Il mio destino per l'eternità

Jacopo Bettinelli

Così resto a guardare me stesso sparire in un lampo di luce azzurra e mi sento morire con la triste consapevolezza e l'orrore che sarà il mio destino che si ripete per l'eternità.


Un'ora prima

 

Gli ultimi aggiustamenti al reattore, l'impostazione finale del supercomputer, un'ultima controllata al liquido di raffreddamento dei superconduttori per mantenere l'operatività della macchina al meglio, non discostandosi troppo dallo zero assoluto.

Una mela viene posta al centro della pedana e sparisce in un lampo di luce azzurra.

Il team di cui sono a capo non vi presta attenzione essendo passato attraverso la procedura per troppe volte, per provare il minimo interesse nei test di bilanciamento che solo un anno prima avevano provocato l'euforia generale.

Viene quindi posizionato un gatto sulla pedana. Lampo di luce azzurra. Sparisce anche lui.
Dopo due minuti sentiamo il gatto miagolare in un angolo. È tutto intero e vivace. Ha appena catturato un topo.

Ora il team si sta radunando pian piano attorno a me.

È arrivato il momento della verità.

Entra il team veterinario con Francis, il gorilla che ci è stato generosamente donato dal governo per l'esperimento di oggi.

Anche lui viene fatto sedere sulla pedana. Lampo di luce azzurra. Anche Francis sparisce.

Ora il team è tutto intorno a me. Il silenzio è palpabile e i minuti scorrono interminabili.

Finalmente si vede Francis sbucare da dietro una delle casse con i materiali di scorta.

C'è chi urla, c'è chi fischia, c'è chi applaude. Io non posso far altro che restare impalato con un sorriso ebete stampato in faccia.

 

Nell'euforia generale viene stappato lo champagne, vengono versati diversi bicchieri e me ne viene messo uno in mano. Qualcuno mi dà una spinta leggera sulla schiena e girandomi resto a guardare tutto il mio team che cade nel silenzio, aspettandosi un discorso di qualche tipo.
 

Non so neanche io cosa dire. Prima ringrazio tutti per il duro lavoro, per la professionalità e la dedizione al progetto Kronos. La vita in una base segreta ai massimi livelli di sicurezza non è facile per nessuno, soprattutto quando tutte le aspettative degli alti vertici sono riposte su di noi.

Passi da gigante sono stati fatti da quando la fusione fredda è diventata finalmente realtà, gli acceleratori di particelle e i supercomputer quantici non sono di facile gestione ma con uno sforzo collettivo tutto è possibile. Ciò che solo pochi anni fa era ritenuto fantascientifico, è presto diventato realtà con il nostro famoso brevetto AC4275-B60, più comunemente conosciuto come dissociatore tachionico o, come ci piace chiamarlo ‘il cannone temporale’.

Risa fra il pubblico.

Dopo il duro lavoro dei passati 12 anni, il successo dell'anno scorso: spedire una mela avanti nel tempo di 5 minuti, pareva già un successo incredibile. Chi l'avrebbe creduto che nel giro di un anno saremmo riusciti non solo a far viaggiare nel tempo dei piccoli mammiferi come cani e gatti, ma addirittura un primate di tutto rispetto come il nostro amico Francis?

Fischi di gioia si alzano all'improvviso. Qualcuno urla un incoraggiamento che non riesco a cogliere.

Certo, proseguo, ci sono ancora dei dettagli da rifinire.

Cala il silenzio e le facce si fanno serie.

Ad esempio, non siamo ancora riusciti a definire precisamente il punto di atterraggio del viaggiatore. Un errore di 10 metri non può essere ancora considerato sufficiente per procedere ai test con soggetti umani, ma non per questo non dovremmo festeggiare i successi di oggi.

Quindi propongo un brindisi a tutti voi, e che la macchina venga preparata per le prove di viaggio indietro nel tempo.

Lo champagne viene finito, la macchina settata e si ricomincia con la mela. Poi il gatto.

Stiamo preparando Francis quando sento un rumore fortissimo e vengo catapultato in avanti.

Non riesco a sentire nessun suono, tranne un fischio persistente. Mi rendo conto che parte del laboratorio è esplosa. Dall'apertura creatasi entrano diverse persone vestite di nero da capo a piedi, con passamontagna e maschere integrali in faccia e con mitra in mano.

Vedo Pablo e Jeff morire sotto una scarica di proiettili nel tentativo di scappare dall'uscita di emergenza.

Veronika e Claudio vengono immobilizzati e portati via. Un colpo fa esplodere la testa di Francis a pochi metri da me.

Dopo lo shock iniziale mi riprendo e mi viene un'idea: la macchina è già settata per un salto nel passato, posso tornare indietro nel tempo ed avvisare tutti di quello che sta per succedere.

Corro verso la piattaforma e finisco di inserire i comandi sul computer interno alla macchina, quello che fino ad ora non è mai stato usato poiché non siamo ancora arrivati alla sperimentazione sugli umani.

Mi urlano di fermarmi o mi spareranno. Secondo avviso. Non me ne curo e lancio il programma.

In quel momento sento una fitta allo stomaco e vedo un lampo azzurro.

Un secondo dopo sono sdraiato sul pavimento del laboratorio dietro ad una cassa con dei materiali di scarto. Sento Me stesso dare ordine che Francis venga preparato per il salto. Cerco di alzarmi ma son troppo debole. Provo ad urlare ma il sangue mi esce copioso dalla bocca impedendomi di parlare.

Sento un'esplosione, vedo diversi uomini incappucciati entrare coi mitra spianati. Rivedo la scena di prima da un'altra angolazione. Questa volta noto il veterinario prendere in mano una pistola e dare ordini agli uomini armati. Maledizione ai controlli troppo blandi nei confronti dei sub-contractor! A noi scienziati ci rivoltano come un calzino proprio per evitare la fuga di informazioni e a chi viene fatto entrare a chiamata non fanno neanche in background-check?

Mi giro su un gomito cercando di alzarmi e vedo di fronte a me il mio stesso cadavere immerso in una pozza di sangue e con un foro allo stomaco. Il mio futuro è lì, davanti a me. Il mio presente sta morendo e solo il mio passato può essere ancora salvato. Devo avvisarlo di settare la macchina per un salto più lungo nel tessuto spazio-temporale.
Ma proprio in quel momento ricordo che era ciò che volevo inizialmente fare, purtroppo non c'era stato tempo.

 

Così resto a guardare me stesso sparire in un lampo di luce azzurra e mi sento morire con la triste consapevolezza e l'orrore che questo sarà il mio destino che si ripete per l'eternità.

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Commenti: 1
  • #1

    alessandro (martedì, 30 giugno 2015 20:01)

    Bel racconto. Bravo Jacopo. Mi ero dimenticato della : Fucina narrante