Si avvicina al finale lo scontro tra l'artificiere senza nome l'unità impazzita, nel ventre meccanico della fucina narrante: prendono corpo, come fantasmi di un altro tempo, le visioni della macchina, tra gli ultimi respiri del disinnescatore, pronto a terminare la sua aguzzina o ad essere distrutto.
Ed è una prima parte ricca e davvero emozionante: ci sono arrivate storie di buio e lame di luce, di morte, di abbandono, di ritorno, di vendetta e vita. Le firmano Giulio Boato, Matvey Schmidt, David Ressegotti e Tatjana Motta.
La vastità della notte accoglie il viaggio di creature antiche e meravigliose, sul limitare del sentiero dell'asfalto e della vita: Brillano le stelle di Giulio, che ha la sapiente delicatezza di una storia da raccontare, è una
short story potente e evocativa che parla di condivisione, di distacco, e della caduca infinità della bellezza.
Pjasino è un lago ghiacciato: Matvey ci lascia scivolare sopra, tra le sue crepe sottili, la storia di un incontro, quasi un appuntamento: ne fanno cornice un'infanzia abbandonata troppo in fretta e una natura bellissima e terribile, che spezza il reticolo di strade, ferrovie, miniere, la microscopica grandezza degli uomini.
David interpreta i temi della fine e dalla morte suggeriti dall'ATTO IV, con una storia di genere, strutturata secondo un montaggio originale e accurato. E L'ultima sigaretta del vecchio ispettore di polizia, miccia della vendetta senza scampo per nessuno, brucia, brucia fino alla fine.
I personaggi del racconto di Tatjana, Metà strada,
attraversano la notte, percorrendola come viandanti, come orfani, sorpresi nel momento dell'esistenza in cui sensi, pensieri e sentimenti sono più acuti, nel momento in cui le ombre diventano
enormi ed aliene, in cui desideri e bisogni si fanno più disperatamente tenaci.
La settimana prossima l'ultima tranche di racconti dell'ATTO IV e della rassegna ARTIFICIERI: da non perdere.
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