Pedala, Oliver!
Stefano Parisi
DRAMATIS PERSONAE
IL PROFESSOR MEINHARD NURR-HEIM WENNING, geografo, meteorologo ed esploratore;
OLIVER, orfano londinese, riluttante assistente di Wenning;
Luminari ed eminenze accademiche;
Un falegname;
ATTO PRIMO
Scena I
Scena in blu profondo. Dal soffitto pendono numerose corde a cui è appeso un vasto cesto di vimini a forma di barca, che dondola dolcemente. Sacchetti di sabbia lungo il bordo. Una vistosa elica di ottone gira lentamente a poppa. All'interno, il professor Wenning scruta l'orizzonte con uno smisurato cannocchiale pieghevole. Leggere spire di nebbia fluttuano attorno. Oliver pedala sfinito sulla bicicletta che muove l'elica.
WENNING Coraggio, Oliver! Ancora un poco, un pochissimo!
OLIVER Professore, non ce la faccio più! Mi si stanno rattrappendo le ginocchia!
WENNING Forza, ragazzo, pensa alla gloria! Al prestigio! Alla fama!
OLIVER (ansimando sempre più forte) Io penso alla fame, professore! E alla sete pure!
WENNING (continuando imperterrito) Alla ricchezza! Ai titoli! Ai monumenti!
OLIVER (smette di pedalare e si affloscia sul manubrio) Ai monumenti funebri penso, altroché. Se do un altro giro a questi pedali mi si svitano le caviglie!
WENNING (abbassa il cannocchiale e fa gran scena di guardare attorno alla navicella, aguzzando la vista. Poi scruta in basso e in alto e consulta l'orologio) Maledizione, stiamo scendendo! Apri il gas e ricomincia a pedalare! Pensa alle feste, ai pranzi, alle cene! Alle ragazze!
OLIVER Ragazze?! (si raddrizza sulla sella e riprende a pedalare. L'elica gira vorticosamente, facendo oscillare la navicella. Borbotta tra sé e sé) Maledetto vecchio, prima pensa ai libri, poi ai soldi e poi allo stomaco e al letto.
WENNING Ecco, ecco! Vedi quelle nubi? Sono cirrocumuli turboflessi di Priskenal a bassa densità, ne sono certo! Si formano solo in prossimità di terre emerse di discreta estensione!
OLIVER (si alza in piedi sui pedali, per vedere, senza fermarsi) A me sembrano solo nuvole, professore. Ma se lo dite voi...
WENNING Devi avere più fiducia in me, Oliver, quanti mesi, ormai? Quanti Paesi abbiamo attraversato, quante catene di montagne, quanti mari e oceani? Ho mai avuto torto? Solo una volta, mi sono sbagliato?
OLIVER No ma...
WENNING Manca poco, pochissimo davvero, ragazzo mio! Solo un minuscolo pochino! Coraggio! (riprende in mano il cannocchiale e lo allunga fino a farlo uscire dalla scena) Sì, cirrocumuli di Priskenal...
Voce in dissolvenza. Musica in crescendo. Sipario.
ATTO PRIMO
Scena II
Sala conferenze in stile Londra primo Novecento. Gran folla di luminari ed eminenze accademiche. A sinistra, un lungo tavolo apparecchiato. A destra, il professor Wenning su di un podio, davanti a una lavagna ricolma di forme geometriche e formule matematiche, evangelizza la turba attonita.
WENNING (gesticolando selvaggiamente, indicando la folla, la lavagna, il tavolo, il sipario e il pubblico in ordine assolutamente casuale) ... e questo è il motivo, Vossignorillustrissime, per cui io sono convinto che la teoria di Bischenal è assolutamente da rifiutare; la Terra non è affatto piatta, ma bensì una gloriosa palla terracquea che fluttua liberamente nel vuoto cosmico. Colombo aveva ragione: se viaggiassimo sempre in una direzione, torneremmo al punto di partenza. Del resto, se l'acqua del mare cascasse giù da un bordo, prima o poi si svuoterebbe l’oceano! (conclude allargando le braccia, con espressione trionfale e facendo cadere tutti gli appunti che teneva sul leggio)
Silenzio tombale, poi concitato brusio. Wenning tende l'orecchio per cercare di capire qualcosa e quasi rovescia il gobbo e sé stesso giù dalla pedana. Si ricompone, osserva imbarazzato il pubblico e incrocia le braccia in atteggiamento di dignitosa attesa. Lancia occasionali occhiate timorose al pubblico, che diventano sempre più frequenti man mano che il tempo passa. Alla fine apre la bocca e prende fiato, rivolgendosi al pubblico per scusarsi dell'attesa. Il brusio cessa di colpo e un Luminare vecchissimo prende la parola.
1° LUMINARE Professor Wenning, noi crediamo che Lei sia un uomo di grandissima cultura, di idee originali e innovative e certamente la teoria di Bischenal ha dei punti deboli incredibilmente ampi. Però c'è un limite a tutto e queste Sue ipotesi sono francamente più adatte al bar che a un serio consesso di menti superiori.
WENNING Non sono ipotesi, miei signori, e ho intenzione di provarlo...
2° LUMINARE ... facendo fagotto e viaggiando all'altro capo del mondo a piedi? (risolini)
WENNING (resta interdetto un momento) Esattamente, ma non certo a piedi!
1° LUMINARE Ah. In nave forse?
WENNING No! Io sono un uomo del futuro, signori, viaggerò in un mezzo adeguato!
2° LUMINARE Non penso che ci siano treni che arrivino fin là...
1° LUMINARE (rivolgendosi al secondo luminare) ... e chissà quanto costerebbe il biglietto...
2° LUMINARE ... per non parlare dei cambi...
1° LUMINARE ... delle stazioni...
2° LUMINARE ... delle lingue straniere...
La situazione degenera in un'ampia discussione sulle difficoltà dei viaggi in treno e la folla si sposta verso il tavolo imbandito, dimentica del professor Wenning.
WENNING In mongolfiera! In mongolfiera! In mongolfiera, maledetti vecchi barbogi! (grida sempre più forte, senza ottenere alcun risultato apprezzabile. Furioso, esce di scena, rientra, attraversa il palco e si ferma vicino al tavolo dove ormai si sta allegramente banchettando e brindando) IN MONGOLFIERA! (esce)
Sipario.
ATTO SECONDO
Scena I
Un'officina. Modelli di nave, pezzi di carri e carrozze, un aratro, attrezzi e trucioli ovunque. Oliver entra in scena, sporco e stracciato, piegato sotto il peso di un lungo trave che trascina sul terreno dietro di sé. Fragore di pialle e martelli.
WENNING Perdiana, ragazzo, è un'ora che aspetto! Dov'è il tuo padrone?!
OLIVER Dice che La vedrà fra poco, signore, è impegnato a impeciare una feluca.
WENNING Una feluca sul Tamigi? Che tempi assurdi. Digli che ho bisogno di una mongolfiera!
OLIVER Una mongolfiera, signore? Per farci che? (chiede stancamente, passandosi il trave da una spalla all'altra)
WENNING Per farci il giro del mondo, ragazzo. E digli che ci metta una bicicletta e un'elica, non posso mica stare lì ad aspettare il vento!
OLIVER E chi pedalerà attorno a tutto il mondo?
WENNING Io, naturalmente!
OLIVER E chi guarderà le carte e le mappe? Chi starà di vedetta? (poggia il trave a terra) E chi cucinerà? E chi farà la guardia?
WENNING (dopo un momento di riflessione) Dì un po', giovanotto, quanto ti paga il tuo padrone?
OLIVER Niente, signore. Sono un apprendista, mi dà da mangiare e da dormire e qualche straccio avanzato.
WENNING Perfetto. Eccoti due scellini. (mette in mano al ragazzo delle monete) Vai a comperarti dei vestiti decenti e un paio di scarpe solide. Credo che avrò bisogno di un assistente, dopotutto. Ti darò mezzo scellino alla settimana, mi sembra un buon affare.
OLIVER (fissando con occhi sgranati le monete che ha in mano) Ma signore, io ... veramente…
Entra il falegname, un uomo enorme con due atroci baffi rossicci arricciati all'imperiale.
WENNING Spicciati, ragazzo, non abbiamo tutto l'anno. Ah, ecco il tuo padrone.
Wenning si avvicina al falegname. Oliver sorride entusiasta guardandosi la mano che tiene le monete, poi esce di corsa. Il professore e il falegname discutono. Musica. Sipario.
ATTO SECONDO
Scena II
Di nuovo la navicella sospesa. Fittissima nebbia. In sottofondo, un rumore continuo e roboante, che aumenta d'intensità nel corso dell'intera scena.
OLIVER (pedalando lentamente, con aria guardinga) Secondo me ci siamo persi.
WENNING No Oliver, ci siamo quasi invece! Sento che ci siamo!
OLIVER Io invece sento solo strani rumori.
WENNING (raddrizzandosi di botto e facendo oscillare pericolosamente il cesto) Perdiana, hai ragione! Sarà il vento, che si avvicini un'altra tempesta?
OLIVER Non mi sembra, professore, magari sono onde?
WENNING Onde bizzarre...
OLIVER (incerto, si alza dalla bicicletta e si avvicina al professore. Guardano in basso tutti e due) Magari siamo sopra una città... somiglia un po' a Mosca sentita dall’alto, non le pare?...
WENNING Pergiove! Potremmo essere in un banco di nebbia cinquanta metri sopra i ciottoli di Trafalgar Square!
OLIVER Ecco che esagera.
WENNING Perbacco! Senti questo odore? Un po' marcio e un po' nuovo? E' proprio Londra! Scendiamo ragazzo, scendiamo presto! (si sporge così tanto dal bordo da rischiare di cadere fuori. Oliver lo afferra al volo e lo trascina dentro)
OLIVER Professore, per la beata vergine, non si ammazzi così! (apre una manetta, la navicella ha una visibile scossa e la nebbia inizia a disperdersi mentre scendono)
WENNING Ancora un pochino, Oliver, ancora un pochino...
OLIVER A me questo rumore non sembra più tanto una città, professore...
WENNING Sembra come una cascata, che bizzarria...
Il rumore di sottofondo si fa sempre più forte, ormai è difficile sentire ciò che dicono.
OLIVER … una cascata enorme…
WENNING … più grande delle Niagara…
OLIVER … magari è la cascata più grande del mondo!
WENNING Per fare questo rumore, dovrebbe cascare tutto il mare. Non capisco...
Le parole vengono inghiottite dal rumore. La nebbia si dissolve totalmente. I due si immobilizzano, espressioni di orrore sui loro volti. Si guardano un istante, poi tornano a guardare giù, increduli.
Sipario.
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Il Mala (giovedì, 12 giugno 2014 01:21)
Bella storia ben fatta, però. Con la tecnica della sceneggiatura sembrava voler solo passare al prossimo racconto e che questo non lo volessi quasi scrivere.
Però è uscito bene
Stefano (sabato, 14 giugno 2014 21:38)
Grazie ancora Mala per la tua assiduità.
A dire la verità, questo è il genere che non vedevo l'ora di scrivere, fin d quando abbiamo stilato la lista dei generi tre mesi fa!
L'idea della forma teatrale, fortunata o meno che sia, è stata invece un puro caso: ero un po' indeciso e volevo avere una lista dei personaggi da inserire nel racconto, così ho scritto "dramatis personae" in cima al foglio word e da lì ho automaticamente cominciato a scrivere per battute invece che per paragrafi...
Pera (mercoledì, 02 luglio 2014 21:54)
In mongolfiera, maledetti vecchi barbogi!