Foglie di patata

Stefano Parisi

14 agosto 1598, tarda sera.

Contea di Armagh, Ulster, Irlanda settentrionale.

 

... «Harharhar! La faccia che ha fatto...»

... «Mi ha quasi staccato il naso, quel bastardo...»

... «Che si anneghino tutti nel Cluain...»

... «Eoin! Canta qualcosa!»

 

Nel calore fumoso della taverna, un flauto e un tamburello iniziano a suonare. Presto una voce li segue, sulle note leggere e allegre di una nota canzone.

 

«Sir Walter Raleigh nell’ottantanove

portò nell’Eire quattro barili,

Sir Walter Raleigh nell’ottantanove

Portò nell’Eire quattro barili.»

 

Nell’atmosfera spensierata che segue la vittoria, i soldati e i mercenari mezzi ubriachi già ridono: conoscono la canzone e alcuni iniziano anche a cantare le parti che ricordano a memoria, assieme al loro compagno.

 

«Nel primo barile, per colazione,

quarantasei libbre di aringhe salate;

dentro il secondo, olio spagnolo,

fatto di rape e di pietre strizzate.

 

Poi dentro al terzo portava tabacco

già arrotolato in lunghi sigàri,

nel quarto infine trecento patate

che fece piantare in lunghi filari.»

 

Alcuni giocatori di carte in un angolo della sala cominciano a bisticciare e ad accusarsi a vicenda di barare. Il taverniere si affretta, assieme ad uno degli sguatteri, ad avvicinarsi e a raffreddare gli animi con una generosa dose di birra.

 

«Nel milcinquecentonovantatrè

Sir Walter Raleigh il Mangiapatate,

portò alla Regina sedici piante

con tutte le foglie ancora attaccate.

 

“Vostra eccellenza, vogliate assaggiare

questa pietanza in India ben nota”

disse inchinandosi davanti al suo trono

ignaro di tutto, il povero idiota.»

 

In piedi sul tavolo, Eoin mette in scena le parti migliori, con inchini esagerati e imitando le voci dei personaggi. I soldati applaudono e scherzano.

 

All’improvviso cade il silenzio, mentre la porta viene spalancata con violenza e un gruppo di dodici uomini, uniformi sbiadite sotto la polvere, irrompe nella taverna. Si fermano appena varcata la soglia, scrutando la folla di soldati con sguardo truce.

«Hugh! Bastardo senza madre!» si sente gridare, all’indirizzo dei nuovi arrivati.

«Luineach, non sei riuscito a farti ammazzare?» viene risposto.

La taverna si riempie di nuovo di risa e grida, mentre i mercenari di Richard Tyrell e i soldati di Hugh O’Neill* si riconoscono e siedono e mangiano fianco a fianco. La musica ricomincia.

 

«Si era scordato il grande signore

di dire ai cuochi della regina

che delle patate non si mangian le foglie,

e quelli ci fecero una minestrina.

 

Chissà che sapore, ma i nobili astuti

per non offendere l’esploratore

mangiarono tutto, gambi e verdura

ed ecco, era solo questione di ore.»

 

Un tuono annuncia l’arrivo di una tempesta. Presto i vetri piombati delle piccole finestre si rigano di grosse gocce gelate. Ma all’interno, nessuno presta attenzione alla furia degli elementi.

La battaglia di Yellow Ford** è alle spalle, i clan hanno vinto e le truppe inglesi hanno perso e questo è tutto quello che interessa agli uomini.

 

«Finito il banchetto, sulla terrazza

Stavano tutti i Lord a fumare,

Quando Leicester pallido in volto

Disse «Signori, mi devo assentare»

 

E poco rimase del ‘gentiluomo’:

si allontanò il duca inglese

come una loro damina strizzata

che abbia provato la lancia irlandese.

 

Lo seguì Cornwall, vecchio e barbuto,

che già non riusciva a contenere

i borbottii ed i movimenti

e non sapeva se alzarsi o sedere.»

 

I soldati sghignazzano mentre i loro compagni più entusiasti si lanciano in una serie di imitazioni dei pari d’Inghilterra alle prese con l’avvelenamento, scatenando l’ilarità generale.

La lista si allunga, diventando sempre più esplicita man mano che vengono nominati dignitari e titolati di rango maggiore. Fuori la tempesta si calma lentamente e la mezzanotte giunge e passa.

 

«Ed ecco infine la grande Regina:

sul suo trono d’oro e d’argento

piantava le unghie nel vellutino

e le tremava perfino il mento!

 

“Miei cortigiani, la festa si chiude”

disse con voce già indebolita

“sono un po’ stanca per via della guerra

che come sapete, non è certo finita.”

 

Sir Walter Raleigh che aveva capito

già quando nel piatto si era trovato

le foglie legnose delle patate

e pure tutto aveva mangiato,

 

chiese alla Vergine che per favore

i movimenti intestinali

della sovrana dell’Inghilterra

non risultassero a lui fatali.

 

E mentre sui tacchi la monarca

correva giù per i corridoi

mentre tentava, e sappiatelo, invano,

di non imbrattare i broccati suoi,

 

Eoin ride assieme ai suoi compagni, interrompendo la canzone per qualche battuta, immaginando la regina d’Inghilterra, tutta addobbata in pompa magna in occasione di un banchetto ufficiale, fuggire dalla sala del trono in modo poco dignitoso. Con tutte le arie che la corte inglese si dava, i clan avevano dimostrato oggi di essere un osso duro da rodere ed Eoin, come tutti gli altri, sapeva che avrebbero vinto la guerra.

 

fuori fuggiva l’esploratore,

correndo in strada piegato in due,

fin sulla nave che lo riportò

in Irlanda, a casa e alle terre sue.

 

Allora pensate, fratelli e compagni,

che per piegare la superbia inglese,

non servono armi, minacce o battaglie,

ma solo qualche patata irlandese,

non servono armi, minacce o battaglie,

ma solo qualche patata irlandese!***»

 

La folla ripete gli ultimi versi più e più volte, finché la canzone viene sommersa prima da grida di sfida al nemico, poi dagli inni di battaglia dei clan, finché tutto scivola di nuovo in un clamore confuso.

Eoin beve e ride con gli altri, si esamina le unghie ancora incrostate di sangue inglese, poi si alza di nuovo ed in piedi sulla sedia, più ubriaco e spavaldo di prima, attacca di nuovo a cantare.

* Hugh O’Neill fu il capo del clan degli O’Neill, che durante la Guerra dei Nove Anni (1594-1603) si oppose al dominio inglese in Irlanda. Richard Tyrell fu un capo mercenario, al soldo di O’Neill.

** La battaglia di Yellow Ford fu combattuta il 14 agosto 1598 tra l’attuale città di Armagh e il forte inglese di Blackwater, a circa quattro chilometri dalla città, e vide opporsi le truppe di O’Neill e quelle dell'inglese lord Bagenal. Le forze di O'Neill tesero un’imboscata agli inglesi, uccidendo oltre 900 uomini e causando la dispersione di quasi metà delle forze della corona, contro le 300 perdite scarse sofferte dai clan irlandesi.

*** Anche se nessuno è ancora stato in grado di scoprire chi fu il mercante, pirata o esploratore che per primo portò la patata nel Regno Unito, una leggenda popolare vuole che fosse Sir Walter Raleigh. In possesso di terre in territorio irlandese, nel 1589 vi avrebbe piantato delle patate e pochi anni più tardi avrebbe portato tali tuberi in dono alla regina Elisabetta I. I cuochi reali, inesperti, avrebbero gettato le patate, realizzando invece uno stufato con le foglie. Essendo queste velenose, il banchetto sarebbe risultato in un generale avvelenamento della corte inglese, con risultati tutt’altro che regali, provocando un presunto bando della patata dai pasti reali per molti anni. Si tratta, naturalmente, di una leggenda priva di effettivo fondamento storico.

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Commenti: 1
  • #1

    Il Mala (giovedì, 03 luglio 2014 11:53)

    Il racconto è azzeccato, molto bello,per nulla dispersivo mi ha lasciato seduto nella taverna a godermi il racconto canzone.