L'immagine imperiale

Jacopo Colombo

In Siria c'è una città splendida chiamata Homs. Il vento che scende nella valle rende il clima sempre amabile e il turismo, le fabbriche e l'agricoltura fanno sì che Homs sia florida e ricca. La gente di quei luoghi è spiritosa e brillante e ama l'arte e la poesia, tutti questi aspetti hanno contribuito a dare agli abitanti la fama di essere un po' pazzerelli.

Duemila anni fa tre donne si guardavano nella notte alla luce di pochi lumi dove adesso sorge Homs. Due erano giovani, una si muoveva verso la mezza età, tutte si assomigliavano.

«Figlie, è il momento – disse la più anziana, la matriarca Giulia Mesa – Caracalla è morto e il suo assassino, l'usurpatore Macrino, è debole e poco amato. Se giochiamo bene le nostre carte potremo tornare a Roma nel posto che ci spetta, sul trono imperiale».

Le due ragazze si guardarono, entrambe con gli stessi pensieri. La fine dell'esilio, il ritorno nella capitale, mio figlio imperatore. E vista la giovane età dei ragazzi, IO all'effettivo governo dell'impero.

Dalla stanza contigua venne un suono di campanelli. Il quattordicenne Bassanio stava danzando fra veli e gioielli. Danzava al buio in onore della grande pietra nera che rappresentava il dio del quale era gran sacerdote, il dio della montagna, il dio del sole. Il viso imbellettato era perso in un sorriso estatico.

«Dobbiamo agire in fretta – riprese Giulia Mesa – alcune truppe sono stanziate qua vicino. Per combattere Macrino abbiamo bisogno di un esercito. Domani presenteremo uno dei vostri ragazzi come possibile imperatore. Mamea, tuo figlio Alessiano è troppo giovane. Soemiade, Bassanio potrebbe crearci dei problemi, ai soldati non piacciono le... stravaganze. Sarà lui il nostro campione, ma starà a te tenerlo a bada».

Soemiade non riuscì a trattenere un sorriso di scherno verso la sorella. Sarebbe stata lei la madre del futuro imperatore. L'altra ragazza, Mamea, abbassò lo sguardo, livida di rabbia.

Mentre le sue tre donne decidevano del suo destino, Bassanio giaceva a terra mollemente addormentato. Dormiva tranquillo e completamente in pace: sapeva che ovunque c'era la pietra, là era il centro dell'universo.

 

Nella piazza di Emesa, l'antica Homs, i soldati aspettavano sotto il sole cocente. Guardavano tutti un grande palco sul quale stava un gigantesco pannello coperto da un pesante drappo.

Dopo una lunga attesa apparve un gruppo di tre donne scortate da guardie, tutte erano vestite con ori e pietre preziose, fra loro una figura incappucciata.

Quando il brusio si fu attenuato, la donna più maestosa si avviò nobilmente verso il lato del palco, il suo sguardo era quello di una leonessa. Ad un suo gesto monete piovvero sulle truppe mentre il grande drappo che copriva il pannello cadde a terra e, allo stesso tempo, cadde anche il telo che copriva la figura incappucciata.

Il silenzio che si creò in quella piazza gremita fu innaturale. Davanti agli occhi dei soldati stavano due ritratti di Caracalla, il loro amatissimo imperatore. Uno era dipinto sul pannello, l'altro era in carne ed ossa, anche se più giovane.

«Questo ragazzo – gridò infine Giulia Mesa – è frutto del seme dell'imperatore Caracalla, tradito e trucidato dall'usurpatore Macrino, e di Soemiade, mia figlia!»

Nessuno ricordò bene i dettagli del discorso che seguì. Solo alcune parole gridate da quella donna magnifica si impressero nelle loro menti. Caracalla, il loro imperatore, il loro padre, che aveva condiviso con loro la furia della battaglia, i geli dell'inverno, l'insopportabile tempo delle marce era stato vilmente tradito e assassinato dall'usurpatore Macrino e il suo sangue gridava vendetta. Quel sangue che ora scorreva nelle vene di quel giovane che gli somigliava così tanto, splendido nella sua armatura d'oro.

Le truppe esplosero in un boato furioso che fece tremare la terra.

Soemiade per tutto quel tempo, per quanto le fosse stato dato dell'adultera (ai tempi del suo presunto amplesso con Caracalla era sposata) non arrossì, anzi, apparve fiera come la madre di un dio. Bassanio ubbidì agli ordini della madre e rimase fermo in una posa guerriera, malgrado fosse stanco per la lunga sessione di trucco e malgrado non amasse il contatto con l'armatura.

 

Per le vie di Roma era festa grande. L'imperatore Bassanio ora detto Eliogabalo, che ormai aveva raggiunto i sedici anni, celebrava solennemente l'adozione di suo cugino dodicenne Alessiano come figlio e coreggente. Gli odori erano tremendi, carne abbrustolita, sudore, profumi potenti, vomito, urina. La confusione davanti al palazzo aveva raggiunto un parossismo mai visto, musicisti, ballerini, cantanti, grandi spettacoli di ogni sorta, tutti bevevano, tutti ballavano, tutti copulavano, tutti parlavano ad alta voce dell'imperatore.

 

– Sposare e sverginare una sacerdotessa vestale! Il nostro imperatore è un sacrilego! – Cosa vuoi che abbia consumato quell'invertito? – Pare che si prostituisca per le vie del palazzo, vestito da donna – Sarà, ma intanto si è già sposato cinque donne, tutte bellissime – Ha fatto una festa qualche sera fa, ha riempito, dico riempito una stanza con petali di rosa, molti commensali si sono sentiti male per l'odore, alcuni sono anche morti, o magari è una diceria... – No no, io ho visto che portavano via i cadaveri! – Io ho sentito che ha radunato tutte le prostitute di Roma e che le ha arringate come fossero soldati del suo esercito – E fra loro c'era tua madre? – Un ballerino? Ha davvero messo a capo della guardia un ballerino? – Quanti ne ha fatti ammazzare questo mese? – Ho sentito che ha sposato uno dei suoi schiavi e che gli piace dire di essere lui la sua schiava! –

 

Eliogabalo comparve al balcone riccamente vestito, le borse sotto gli occhi e il colorito giallastro tradivano l'abuso di alcool e il poco sonno. Era abbracciato alla madre, che sorrideva ubriaca e con i seni scoperti. Ridevano a sentire le chiacchere del popolino e non prestavano attenzione agli sguardi truci delle guardie.

 

– Ha fatto entrare la madre in senato! Una donna! Che razza di tempi – Mammone del cavolo – quella mignotta – Madre della patria le mie palle! – Ieri ho visto i soldati che portavano vie le statue e i tesori dai templi, che ne voleva fare? – Le ha messe nel suo tempio personale, dice che tutti i nostri dei sono servi del suo – Mostro! – Mio fratello è un liberto di un alto funzionario, dice che l'imperatore ha svuotato le casse per pagare i suoi stravizi! Non ci sono più soldi! – E che me ne importa? Finché organizza queste feste per me va benissimo, faccia quello che vuole quel pervertito! lunga vita al pagliaccio! –

Tutta la folla si sollevò in un brindisi: lunga vita al pagliaccio!

A quest'uscita l'imperatore e la madre fecero un inchino ridendo e unendo le loro coppe al brindisi generale. Il popolino li amava.

 

Da una finestra, Giulia Mesa e Mamea osservavano la scena immobili, impassibili. Solo Mamea tradiva un certo nervosismo, un'attesa, una speranza. Nulla di quanto era successo in quegli anni era sfuggito al loro sguardo. Giulia Mesa guardò Mamea seriamente. Quest'ultima sorrise raggiante.

 

Nelle fogne di Roma i cadaveri di Eliogabalo e Soemiade erano ancora caldi. I soldati della guardia avevano ritenuto che quello fosse il posto perfetto per loro. Giulia Mesa e Mamea, che accarezzava raggiante il bambino Alessiano, attendevano l'inizio della seduta del senato. Anche senza entrare sarebbero state loro a prendere le decisioni.

«Credo – disse Giulia Mesa – che sarebbe bene cancellare ogni traccia di Bassanio. Documenti pubblici, statue, monete... Non va bene che Alessiano sia in alcun modo legato alla figura del cugino. Gli toglierebbe credibilità. Con tutta la fatica che abbiamo fatto... I maestri, le esercitazioni, le elargizioni all'esercito ci sono costate un patrimonio. Mi raccomando, che si comporti come un perfetto gentiluomo romano».

«Sì, mamma» rispose sorridendo Mamea.

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Commenti: 2
  • #1

    Il Mala (giovedì, 26 giugno 2014 01:45)

    Mi sono perso.
    La descrizione della città è stata, personalmente, una scelta sbagliata non rende l'idea di dove si svolge la scena e il cambio di luogo senza preavviso e indicazioni disorienta parecchio!

  • #2

    Fucinanarrante (giovedì, 26 giugno 2014 22:08)

    Mh, in effetti questo giro ho fatto un po' fatica a stare nei caratteri, forse ho sacrificato un po' di passaggi utili, grazie della dritta!